logo-franco-almacolle
twitterlinkedin
SET 30 2014
No fear no scar(e) program
Presentiamo un progetto di supporto alla formazione scolastica  

                     

 

No fear no scar(ed) program (NFNSP)

Fear / scare - paura, sgomento

To be scared – essere terrorizzati, sgomenti

Scar - cicatrice, sfregio


 

Premessa Ho voluto dare questo titolo al programma perché l’evoluzione dei piani didattici dell’Istituzione scolastica non ha potuto inglobare, nel tempo, una serie di attività di supporto che risultano decisive nel permettere allo studente di raggiungere i propri obiettivi e per la creazione di un ambiente nutriente che fidelizzi la relazione tra la scuola e il giovane fruitore. I programmi scolastici non prevedono vi siano spazi dedicati alla spiegazione di come vanno condotte le attività che ogni studente deve affrontare. Allo studente non viene spiegato, nel dettaglio, nemmeno cosa si voglia da lui: produzione di contenuti originali? Memorizzazione passiva di contenuti altrui? Altre forme di maturazione? Specifici contenuti per le prestazioni cognitive? …. Inoltre, a scuola non è previsto si parli (benché molti insegnanti lodevolmente lo facciano) di come gestire lo stress da prestazione, le relazioni coi pari o con gli insegnanti. Questa situazione può generare ansia, infelicità e disaffezione alla scuola. Quindi, purtroppo, ciò che viene prodotto di buono da parte delle giovani persone, per cui la scuola è istituita, hanno carattere di aleatorietà. Per questo motivo nella scuola, come si accennava più sopra e al di là delle intenzioni e della buona volontà, si sprecano risorse e talenti molto difficili da recuperare in seguito. Le ricadute socio-economiche possono essere osservate guardando ai paesi che, purtroppo, risultano essere ancora più indietro nelle riflessioni sul sistema scolastico. Questa situazione è ormai oggetto di studio, non solo per chi si occupa di apprendimento ma anche in ambito terapeutico. Citiamo il caso dell’opera di Alessandro Bartoletti[1], docente di Terapia strategica. La condizione dello studente, si capisce, è necessario sia radicalmente ri-orientata e modificata con un programma specifico. Per ciò che riguarda il titolo, allora, i termini fear e scare sono sinonimi di paura; scar significa cicatrice. La volontà che si esprime è che mai più il contesto di informazione scolastico produca, suo malgrado, queste cicatrici fatte di disagio, terrore e di voglia di abbandonare la scuola. Si deve tener presente che è possibile intervenire sul sistema aggiungendo forme di supporto che trasformino l’ambito delle relazioni studenti – genitori – scuola in un locus che curi la preparazione dell’individuo all’apprendimento con tutti gli strumenti necessari che vengono descritti di seguito. Destinatari Studenti delle classi I (poi II) della scuola secondaria di primo grado (con informazioni ai genitori e dialoghi con gli insegnanti).   Titolare del programma e capo progetto Dr Franco Almacolle CV allegato   Obiettivi Il programma ha confini ristretti in termini di “dimensione – estensione”; per quanto si possa definire come un insieme di attività di supporto agli studenti, il suo carattere resta sperimentale in senso etimologico: ovvero deve (anche) produrre esperienza in modo possa essere poi migliorato e, quindi, diffuso. Le suddette attività di supporto vengono suddivise in cinque aree che descriviamo di seguito. A        Tecniche di lettura veloce, ottimizzazione dei processi mnemonici, pianificazione – programmazione delle attività di studio. B        Produzione di contenuti originali e utilizzo delle mappe (anche) a scopi creativi, ad esempio per scrivere un tema o una breve relazione. C        Gestione della prestazione nei vari contesti: esami scritti, colloqui. Gestione delle relazioni nel gruppo dei pari (competizione – collaborazione) e con gli insegnanti. D       Sperimentazione di attività di recupero su alcuni temi – argomenti chiave nell’anno di frequenza (es.o: Teorema di Pitagora in II media) E        SPrInG: programma di miglioramento delle capacità cognitivo-emotive strategiche (incrementa specificamente quelle risorse richieste, ad esempio, nelle prove INVALSI di matematica). Risultano escluse al momento le materie legate all’insegnamento delle lingue straniere. Altri obiettivi secondari riguardano la mastery experience e il mindsetting variabile.[2]

 

  Per mastery experience si intende il senso di “esperienza di padronanza” (signoria) che ogni essere umano può provare quando impara a gestire correttamente le proprie attività all’interno di un “dominio”. Questo sentimento si trasforma in autostima, autonomia e in sicurezza di sé nell’affrontare gli impegni usuali ma anche compiti nuovi. Per mindsetting variabile si intende quell’atteggiamento costruttivo davanti al compito, e al possibile errore, che risulta marcato dalla comprensione dell’opportunità di imparare dall’errore stesso. Quando il piacere di imparare soverchia la preoccupazione di dimostrare le proprie capacità o competenze aumenta la serenità individuale e il senso di responsabilità; esse, infatti, discendono direttamente da questo tipo di rappresentazione che, ove presente, tende a produrre altresì relazioni nutrienti nel contesto sociale in cui la persona opera (a livello di relazioni tra pari o di leadership gregaria, ecc.). Il risultato, da ultimo, semplificando, è una forte motivazione.   Tempi e risorse Il programma può avere una struttura modulare. Un numero variabile tra 8 e 12 giovani persone lavoreranno con un insegnante esterno all’ambito scolastico. Ogni gruppo parteciperà ad incontri di 2 ore e 30’, una volta la settimana. Saranno accompagnati da un genitore (in qualità di uditore) per 10 incontri. Il volume complessivo del tempo impegnato sarà di 50 ore (20 incontri). I primi dieci tra febbraio e maggio. Gli altri pianificati prima della pausa natalizia dell’anno scolastico successivo. La partecipazione dei genitori favorirà la conoscenza reciproca e la comprensione delle diversità individuali, delle risorse e delle aree di miglioramento specifiche dei ragazzi; la relazione sarà guidata e il ruolo di “osservatore” sarà da intendersi nei termini di una partecipazione attiva. Si inizierà con un lavoro dedicato alla produzione di contenuti attraverso l’utilizzo delle mappe mentali; si tratta di imparare a istituire relazioni a partire da elementi del contesto o autogeni; questo per familiarizzare con la creatività utile nel definire proprie idee o rappresentazioni. Grazie a questo lavoro si potrà inoltre comprendere come la memorizzazione passi soprattutto per la personale metabolizzazione dell’informazione. La seconda parte verterà su SPrING[3] (vedi presentazioni).

 

  In seguito si procederà nell’autunno dell’anno successivo con le restanti parti di tecnologie per lo studio e per la gestione della pick performance. È auspicabile una relazione con gli insegnanti da realizzare grazie a incontri sintetici tra i docenti del programma NFNSP e i docenti titolari delle cattedre di insegnamento delle varie materie presso le scuole i cui corsi vengono frequentati dai partecipanti (allievi) al programma stesso.   Work Breakdown Structure Ai partners istituzionali si chiede di provvedere:
  1. alla diffusione delle informazioni presso altri Enti fino alle famiglie,
  2. alle attività amministrative,
  3. al reperimento dei luoghi e delle strutture,
  4. alla messa a disposizione di materiali didattici rispetto ad alcuni già forniti dai titolari dell’intervento e descritti a fronte di ulteriori incontri di pianificazione / organizzazione delle attività,
  5. al coordinamento organizzativo tra gli enti coinvolti.
Deve essere considerato, nel caso di più moduli, l’attività di formazione formatori. Se l’attività diviene l’occasione per svolgere attività di ricerca al presente progetto deve essere collegato un suo spin-off.  
spring 1 /sprin/ noun primavera f; in ~, in     the ~ in primavera attrib primaverile spring 2 noun (jump) balzo m; (water) sorgente f; (device) molla f; (elasticity) elasticità f;
SPRING presentazione                   SPRING è il nome di un percorso di (auto-)formazione per incrementare le proprie capacità cognitive, emotive e relazionali a livello strategico. È diretto a persone di ogni età e gruppi anche operanti all’interno di Organizzazioni, aziende ed enti. SPRING non è un programma di “problem solving”; si situa, infatti, all’origine di ogni sviluppo di competenza rappresentando l’accesso al pieno utilizzo delle proprie risorse personali sotto il profilo cognitivo ed emotivo. Non richiede alcuna conoscenza o capacità d’ingresso se non la disponibilità a lavorare su di sé. Il programma si basa sul’assunto che la mente è ampiamente modificabile in termini di qualità e quantità (varietà) delle operazioni svolte. Ogni essere umano, quindi, può considerare realistico e perseguibile l’obiettivo di migliorare profondamente le proprie capacità cognitive ed emotive e non solo le proprie conoscenze. La metodologia prevede che vengano affrontati dei problemi di varia natura; la loro soluzione non è l’obiettivo del programma. Il vero obiettivo è l’acquisizione della massima consapevolezza circa il proprio specifico approccio. Quindi, grazie all’auto-osservazione (metacognizione), il soggetto potrà acquisire tutte le competenze e capacità che riesce a mettere in campo meno frequentemente e facilmente. I risultati possono essere così descritti: -       incremento delle capacità cognitive, -       aumento dell’autostima, -       miglioramento delle capacità relazionali e di leadership.   In SPRING Baby i contenuti del programma originale sono stati rivisti e verificati per poter essere proposti ad un pubblico di giovani utenti. Con incontri periodici di poche ore, bambini e ragazzi di età superiore agli otto anni (con modulazione progressiva dei contenuti) possono prepararsi adeguatamente alle sfide che li aspettano.     Acquisiranno capacità speciali tra cui: -       anticipare, sostenere e reggere il cambiamento; -       nutrire, con umiltà, la propria autostima; -       organizzare le attività di studio; -       affrontare problemi appartenenti a differenti domini; -       utilizzare differenti linguaggi.


[1] Alessandro Bartoletti Lo studente strategico Ponte alle Grazie, Milano, 2013. ISBN 978-88-6220-710-2
[2] I termini si riferiscono direttamente al lavoro di Albert Bandura e Carol Dweck.
[3] Grazie al programma SPRING si lavora anche sul valore dell’errore, sull’idea di diversità individuale, di rispetto dell’individuo e di consapevolezza delle proprie potenzialità. Una presentazione in coda al progetto.
 
© 2013 Dott.Franco Almacolle | C.F. LMCFNC59T24L483A | Privacy Policy | info@almacolle.it | by BMBDesign