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OTT 26 2016
Dimensione spirituale, spiritelli animali e liberta’
Cerchiamo di ricordare un momento in cui abbiamo sofferto per essere stati redarguiti in relazione a una nostra “cattiva” azione. In quel momento una Parte di noi ha deciso che, se possibile, quell’emozione, giudicata negativa, si sarebbe dovuta in futuro evitare, costi quello che costi. Scrivo Parte con questa grafia per indicare uno degli innumerevoli “personaggi” che attuano il nostro carattere. Per capirci pensiamo che quando viviamo un conflitto interiore, evidentemente, vi sono Parti (da ora parti – parte) di noi che perseguono scopi diversi, vogliono agire differentemente. Torniamo a noi e al nostro esempio. Nel tempo, la parte che si è creata, edonisticamente e utilitaristicamente, ci farà reagire, di fronte al profilarsi all’orizzonte di una “minaccia” analoga a quella per difendersi dalla quale la parte stessa è stata creata, attraverso un atteggiamento aggressivo, tipo “… la miglior difesa è l’attacco …”. La sua strategia e i suoi atti manterranno occultate due cose: la sofferenza dalla quale ci si è voluti difendere in origine e ogni tipo di considerazione di merito (ricordiamo che il comportamento dal quale ci si difende è, nel nostro esempio, una “giusta” sanzione). In effetti, spesso, dopo che la nostre parti hanno fatto quello che ritengono essere il loro dovere, possiamo valutare un po’ più correttamente il nostro comportamento per considerarlo per quello che è: ritornando ancora al nostro esempio, una difesa aprioristica, un po’ violenta e immotivata. Il più grande fisiologo mai esistito, compresi i giorni nostri, ovvero René Descartes, ci direbbe che quella reazione è causata da spiritelli animali che scatenano “forze emotive” (diciamo emozioni, ormoni …) che noi possiamo mitigare e orientare con uno sforzo dell’anima (diciamo “attività corticale”). La maggior parte delle persone vivono questi sbocchi, spesso irrazionali, come qualcosa di originario e prezioso; qualcosa che proviene dal centro di loro stesse. È vero che le modalità espressive della parte hanno a che fare con il carattere della persona che le porta con sé, nel senso che una persona molto “proattiva” creerà più facilmente parti “reattive”; ma, a parte ciò, processo ed esiti sono del tutto aleatori. Dipendono infatti da condizioni variabili: lo stato emotivo “iniziale” e il tipo di strategia valutato contingentemente utile. Se noi riuscissimo più frequentemente possibile a mantenere attivo il nostro “testimone”, l’ātman, a restare in una dimensione che definiamo “spirituale” perché non è solo emotiva, non è solo cognitiva, non ha a che fare solo con la nostra fisiologia, se potessimo, insomma, osservare ciò che accade nel suo complesso potremmo:
  1. ricordare e ristrutturare il vissuto di sofferenza rivalutando la sua origine causale, perdonando, ecc.;
  2. nobilitare e “ringraziare” la parte, comprendendo che ha operato per il nostro benessere;
  3. far quindi pace con il passato e integrare la parte in un tutto più armonico;
  4. scegliere un comportamento alternativo (più adeguato).
Recentemente un caro amico mi ha posto delle domande sul lavoro di Georges Ivanovič Gurdjieff, raccontandomi che in uno dei “centri” che si ispirano al suo lavoro si promuoveva, attraverso una serie di esercizi (spesso ridicoli), l’“originalità” come fonte di libertà. Non direi mai che Gurdjieff ha detto “…”, ma ritengo che la sua idea di libertà passasse dalla ricerca di una condizione che permetta di rimanere in ascolto del presente e di ogni input utile a ristrutturare il passato che ostacola la nostra libertà. A questo proposito ricordo la (sua?) metafora sulla “casa” (diciamo villa?). Nella tua casa c’è molto disordine perché chi la occupa non fa il proprio lavoro; il maniscalco fa il giardiniere, il giardiniere il cuoco, il cuoco qualcos’altro. (Anche) per questo, il lavoro è decisamente di scarsa qualità e la casa è in condizioni miserevoli. Per sistemare le cose è necessario, innanzitutto, eleggere un maggiordomo “interinale” che cominci a mettere ordine nei ruoli e correggere le prassi. Se si va avanti abbastanza potrà arrivare il maggiordomo “vero” che sistemerà le cose più in profondità affinché un giorno posa arrivare il signore della casa. Buon lavoro.
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